di Costantino Cossu
Dalle grandi disillusioni si può essere travolti. Ci si abbandona a un flusso che viene visto come ineluttabile, si resta fermi e dal crollo si viene cancellati, annullati. Oppure si può uscirne attraverso un movimento laterale, che non asseconda il moto della slavina, attraverso uno scarto. Il saggio di Francesca Coin Le Grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita (Einaudi, 282 pagine) è un libro su un fallimento e suoi modi possibili di sottrarsi ad esso e di salvarsi.
Il fallimento, ormai evidente nei suoi tratti essenziali nonostante il pervasivo apparato di costruzione del consenso all’opera per velarlo, è quello di un modello produttivo focalizzato sulla svalorizzazione (sia in termini economici sia in termini culturali) del lavoro. I modi per sottrarsi rientrano nella modalità della diserzione: dire no al lavoro svalorizzato. Sul concetto di svalorizzazione del lavoro e sul suo rapporto con la grande fuga dalle fabbriche, dagli uffici, dagli ospedali, dalla catene della grande distribuzione e della logistica, Coin, sociologa che studia i meccanismi che legano l’universo produttivo contemporaneo alle forme sempre più pervasive di diseguaglianza sociale, richiama l’analisi comparsa di recente (nel gennaio del 2023) nello spazio “Diario della crisi” che l’economista Christian Marazzi cura sul sito on line Euronomade. Delineando i tratti di un nuovo ordine energetico (e monetario) mondiale e i trend della politica industriale a livello planetario, Marazzi scrive che le Grandi dimissioni si spiegano «alla luce del fallimento dell’efficiency model, il modello della produzione snella focalizzato sulla contabilità finanziaria dei centri costo e sulla svalorizzazione del lavoro. È un esodo dal Grande logoramento». In gioco, secondo Marazzi, «è la tenuta di un modello di gestione aziendale basato sulla produzione snella, il just in time, la flessibilizzazione della forza lavoro e l’outsourcing». Analisi, quella di Marazzi, inscritta in una linea di ricerca che negli ultimi anni ha messo in evidenza i limiti di un modello di produzione basato sulla svalorizzazione del lavoro. Le Grandi dimissioni nascono dal Grande logoramento del lavoro. In questo solco si muove anche il saggio di Coin.
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